L’emergenza Coronavirus ha messo a nudo le falle del Sistema Sanitario Nazionale. L’Italia, settima potenza industriale, è costretta a importare medici da altri Paesi (Albania, Cuba, Polonia, Russia etc.).
La politica scellerata perpetrata negli ultimi anni ha portato alla catastrofe che oggi è sotto gli occhi di tutti. La legge 264/1999 (Governo D’Alema) ha imposto il numero chiuso nelle facoltà di Medicina e Chirurgia e in quelle di Scienze Infermieristiche.
La politica scellerata perpetrata negli ultimi anni ha portato alla catastrofe che oggi è sotto gli occhi di tutti. La legge 264/1999 (Governo D’Alema) ha imposto il numero chiuso nelle facoltà di Medicina e Chirurgia e in quelle di Scienze Infermieristiche.
Oggi paghiamo la scelta di tale decisione. Nella realtà, l’imposizione del numero chiuso attraverso l’esecuzione di test d’ingresso, ha determinato l’esclusione dei figli del popolo dagli studi universitari.
Da che mondo è mondo, quando si chiude una porta, si chiude sempre in faccia ai poveri, mai ai ricchi. Questi ultimi avranno sempre la possibilità di fare studiare i propri figli, mantenendoli a suon di soldoni presso le Università straniere o pagando i costosissimi corsi di preparazione ai test di medicina offerti dalle tante società fiorite intorno a questo nuovo business.
Insomma, per i fautori del numero chiuso, la Laurea in Medicina e Chirurgia deve essere soltanto appannaggio delle classi benestanti, non certamente delle classi meno abbienti. Tale blocco, oltre a rappresentare una palese ingiustizia, è tra i responsabili della penuria di personale medico e infermieristico che oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità.
Via subito il numero chiuso dalle Università!
Nonostante la tragedia che stiamo vivendo, il Governo va avanti a colpi di DPCM, gestendo l’emergenza, senza provvedere a riorganizzare in profondità il Servizio Sanitario Nazionale.
Ci rivolgiamo a tutti i cittadini, a tutte le forze politiche e sociali, a tutti coloro i quali avvertono la pesante iniquità di questa legge, al fine di riattivare quegli ascensori sociali che avevano permesso, negli anni settanta, alle classi meno abbienti di ambire anche alle lauree più prestigiose. Questo obbedisce non solo a un elementare senso di giustizia, ma anche alla necessità di dotare stabilmente del personale necessario il servizio sanitario, che deve essere pubblico, efficiente, solidale e rispondente alle esigenze di salute della cittadinanza più che a fallimentari criteri pseudo aziendalisti.
Siamo pronti ad avviare una campagna politica e le opportune azioni di sensibilizzazione della cittadinanza (non esclusa la possibilità di indire un Referendum) per l’abrogazione della legge sul numero chiuso, certi che non mancherà l’appoggio popolare per sanare una palese ingiustizia perpetrata da una classe politica sempre più squallida, scadente e incapace di prevedere gli effetti nefasti delle proprie scelte.
Per aderire: stopnumerochiuso@gmail.com
Associazione La Cosa Pubblica RC
Da che mondo è mondo, quando si chiude una porta, si chiude sempre in faccia ai poveri, mai ai ricchi. Questi ultimi avranno sempre la possibilità di fare studiare i propri figli, mantenendoli a suon di soldoni presso le Università straniere o pagando i costosissimi corsi di preparazione ai test di medicina offerti dalle tante società fiorite intorno a questo nuovo business.
Insomma, per i fautori del numero chiuso, la Laurea in Medicina e Chirurgia deve essere soltanto appannaggio delle classi benestanti, non certamente delle classi meno abbienti. Tale blocco, oltre a rappresentare una palese ingiustizia, è tra i responsabili della penuria di personale medico e infermieristico che oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità.
Via subito il numero chiuso dalle Università!
Nonostante la tragedia che stiamo vivendo, il Governo va avanti a colpi di DPCM, gestendo l’emergenza, senza provvedere a riorganizzare in profondità il Servizio Sanitario Nazionale.
Ci rivolgiamo a tutti i cittadini, a tutte le forze politiche e sociali, a tutti coloro i quali avvertono la pesante iniquità di questa legge, al fine di riattivare quegli ascensori sociali che avevano permesso, negli anni settanta, alle classi meno abbienti di ambire anche alle lauree più prestigiose. Questo obbedisce non solo a un elementare senso di giustizia, ma anche alla necessità di dotare stabilmente del personale necessario il servizio sanitario, che deve essere pubblico, efficiente, solidale e rispondente alle esigenze di salute della cittadinanza più che a fallimentari criteri pseudo aziendalisti.
Siamo pronti ad avviare una campagna politica e le opportune azioni di sensibilizzazione della cittadinanza (non esclusa la possibilità di indire un Referendum) per l’abrogazione della legge sul numero chiuso, certi che non mancherà l’appoggio popolare per sanare una palese ingiustizia perpetrata da una classe politica sempre più squallida, scadente e incapace di prevedere gli effetti nefasti delle proprie scelte.
Per aderire: stopnumerochiuso@gmail.com
Associazione La Cosa Pubblica RC