Che la strada governativa della confusione, non porterà buon consiglio e decisioni azzeccate, oramai è palese, oggi in Italia questa strada la stiamo percorrendo continuamente.
Nella serata di oggi (pcl), verrà varato il nuovo DPCM che detterà le osservanze e le regole da rispettare almeno fino al 15 gennaio 2021. Periodo lungo, che dovrà essere attenzionato non solo dagli esperti, dai salottisti da tv, ma principalmente da ognuno di noi, al solo fine di osteggiare l’avanzata della diffusione del virus. Dalle bozze che girano sulle testate web , sui giornali, stamane, traspare che si sia deciso di chiudere in maniera esagerata l’indotto collegato agli impianti sciistici, senza discuterne in maniera seria e dettagliata con gli addetti ai lavori settoriali, magari sentendo consigli tecnici dagli stessi, con accortezze nell’utilizzo esclusivo degli skylift e delle seggiovie uniche , con magari divieto all’accesso degli sciatori alle baite o ai luoghi di ristoro sugli impianti e magari predisponendo aree all’aperto servizi verso gli sportivi e gli appassionati di montagna e di sci. Logicamente tagliare , questa attività produttiva turistica , senza nemmeno provarci a discuterne soluzioni , è stato come una sciata fuori pista non autorizzata, che provoca una” slavina” che copre speranza e aspettative di poter recuperare reddito e fornire materia prima a lavoratori stagionali che potrebbero rifocillare la loro tranquillità familiare in momenti di crisi, non considerando che questa privazione verso gli sportivi dilettantistici e verso gli appassionati di sci, non solo non porterà beneficio all’economia nazionale , ma di sicuro ne porterà a nazioni europee confinanti che terranno impianti aperti vedi( Francia, Austria e Svizzera)Perché in ITALIA NO?
Se dobbiamo contenere il virus, pensiamo a trovare le contromisure idonee, cercando responsabilmente di adottarle come in altri paesi di questa EUROPA sempre meno unita nella condivisione dei diritti e delle opportunità di tutti i cittadini europei uniformemente. Un anticipo sulla problematica economica degli impianti sciistici era doveroso farla, come sarà doveroso e importante umanamente, valutare e vagliare, la problematica del ricongiungimento familiare e affettivo, di cittadini italiani domiciliati in altre regioni che magari in questo periodo dell’anno vorrebbero ricongiungersi ai propri cari, essendo di fatto residenti nella regione di destinazione. Logicamente si parla di ricongiungimento di figli a genitori, di fratelli a sorelle, di mariti a mogli e fidanzate a fidanzati magari studenti, in altre regioni diversi dalla propria , perché se dobbiamo essere giusti , possiamo dire che gli affetti non sono turismo, sono solo pietre preziose da lucidare , visto che ormai la globalizzazione, il business e il sistema , hanno azzerato e stanno azzerando i veri valori della vita e dell’individuo che è costantemente messo lontano dal centro delle discussione e dai veri bisogni.
Riflettendo nel finale , spingendo la riflessione al fine di poter considerare le vere problematiche , si sta osservando al taglio sia dell’importanza del lavoro della gente comune che non campa di politica , tipo gli addetti ai lavori degli sport e attività invernali , ma cosa più grave è che si sta cercando di congelare qualche cosa di importante , qualche cosa che si chiama famiglia , in tempi di globalizzazione , quella “ macchina ” che si sposta e porta stabilità e pace sociale , con una benzina preziosa che nessun emirato sarà capace di vendere , quella benzina pulita chiamata AMORE composta da infiniti ottani chiamati AFFETTI verso chi ti ha cresciuto e amato da sempre, senza interesse economico di sorta.
Questo pezzo , è anche dettato dal grido che sta sorgendo su change.org di tante persone che vorrebbero fare rifornimenti di affetti nel Santo Natale, che logicamente non sarà un Natale come altri, senza presepi viventi , senza cerimonie religiose tradizionali , ma l’obiettivo sarà di non renderlo vuoto e più povero di quanto si preannunci.
Gianpiero Taverniti
Firma la petizione
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