Arthur Rimbaud -Vocali-analisi svolta dal Professore Vincenzo Bruzzaniti

VOCALI

A nera, E bianca , I rossa, U verde, O blu: vocali
Io dirò un giorno le vostre nascite latenti :
A , nero corsetto villoso delle mosche lucenti
Che ronzano intorno a fetori crudeli ,

Golfi d’ ombra ; E, candori di vapori e di tende ,
lance di ghiacciai superbi, re bianchi , brividi di umbelle;
I ,porpora ,sangue sputato ,riso di labbra belle
nella collera o nelle ebbrezze penitenti;

U ,cicli ,vibrazioni divine dei verdi mari
pace dei pascoli seminati di animali , pace di rughe
che l’alchimia imprime nelle ampie fronti studiose;

O suprema Tuba piena di stridori strani ,
Silenzi solcati dai Mondi e dagli angeli :
– O l’ Omega ,raggio violetto dei Suoi occhi

Analisi

In questa lirica famosissima, della quale sono state date le più svariate interpretazioni , Rimbaud ,applicando la poetica delle corrispondenze , si abbandona al gioco delle libere associazioni e collega a ogni vocale un colore in modo assolutamente soggettivo e arbitrario, i colori rinviano a una successione di immagini e queste , a loro volta , diventano i simboli di altrettanti sentimenti e stati d’animo. A partire dal terzo verso assistiamo al passaggio dai colori alle immagini attraverso un succedersi di analogie . Il nero della A richiama il corpo lucente e vellutato delle mosche ronzanti intorno a fetori crudeli che sanno di morte . L’immagine dei golfi d’ombra che chiude la prima serie di associazioni è ambigua : per un verso ci fa pensare all’addensarsi delle mosche , per l’altro all’inconsistente mondo di ombre dove finiscono i morti . Al nero della A si contrappone il bianco della E simboleggiato da immagini lievi e vibranti : i candidi vapori , le tende d’accampamento , le lance , di ghiaccio i bianchi re , probabilmente emiri arabi , i petali leggeri che sembrano percorsi da un brivido. Sarà stata la forma appuntita della I a richiamare al poeta il rosso dell’ira e del sangue , della porpora e delle labbra aperte al riso o nell’estasi della penitenza? Non lo sappiamo , ma possiamo immaginarlo . Del resto una poesia come quella di Rimbaud coinvolge direttamente il lettore e lo stimola a partecipare al gioco della creazione . Nella successione delle immagini collegate alla U gli elementi guida sembrano essere due : la forma della vocale che richiama quella dei golfi marini , e il colore : il verde del mare porta al verde dei pascoli , mari d’erba anch’essi che comunicano un senso di pace , la stessa che si distende sulla fronte ampia degli studiosi . La O infine , in quanto corrisponde all’omega , l’ultimo lettera dell’alfabeto greco solitamente usata per indicare la fine della vita , cosi come la A ne indica l’inizio , non può far che pensare alla morte. Da qui l’immagine delle trombe del giudizio universale , quella dei cieli blu solcati da pianeti e angeli e infine il colore violetto degli occhi di una creatura misteriosa che possiamo forse identificare con le morte . Tutte le immagini scaturite dal gioco delle analogie ed elle sinestesie non sono fine a se stesse , ma diventano a loro volta simboli di concetti profondi che si richiamano e si contrappongono : la morte e lo slancio vitale , le passioni e la quiete del pensiero , e su tutto il silenzio della fine di ogni cosa , l’enigma della morte che apre e chiude il componimento . Anche per questo sonetto l’analisi dei significati sarà condotta sul testo in lingua originale .Come si può notare anche dall’esame del livello tematico , sebbene il poeta si abbandoni al libero gioco delle associazioni , il componimento presenta una struttura attentamente meditata . Questa caratteristica ritorna nell’organizzazione delle rime : a partire dalla seconda strofa infatti possiamo notare che le rime sono per cosi dire contenute l’una nella altra : tentes/ penitentes; belles / ombelles; rides/ virides;anges / etranges ; yeux/studieux. E’ possibile allora che sia stato anche il gioco delle rime a guidare il poeta nella ricerca delle immagini?
Professore Vincenzo Bruzzaniti