Poco tempo e si accenderanno nuovamente i riflettori sulle serate estive dedicate alla XXXIII° edizione del Premio Pericle D’Oro, che si svolgerà presso l’incantevole scenario del Castello Feudale di Ardore e avrà la sua serata per la Cultura, con l’assegnazione del Premio Pasquino Crupi per la Cultura, designato  dalla commissione.  Il premio è stato istituito per ricordare Pasquino Crupi, giornalista e direttore responsabile de la Riviera. “Le ragioni di questo premio sono molte”, dichiara il fondatore del Premio Pericle, il maestro Domenico Savica, “fra le prime sicuramente vi è il sentimento d’affetto e di stima che nutrivo nei confronti de “il Professore”, così chiamato da tutti, ma come era giusto che fosse per uno scrittore, saggista, critico, storico, meridionalista. L’altra ragione, senza dubbio più importante della nostalgia verso chi purtroppo non c’è più, è la grande volontà di non dimenticare e di perpetuare il ricordo sia per i contemporanei che hanno o non hanno potuto conoscere Pasquino, sia per le generazioni future”. “Il Professore”, continua il maestro Savica, “oltre ad essere stato un grande uomo, era un amico sempre presente nelle mie perenni difficoltà nella realizzazione del Premio Pericle che tuttavia è giunto al trentatreesimo anno. Mi è stato sempre vicino con suggerimenti preziosi sulla validità dei personaggi che dovevano essere selezionati per ricevere i Premi Ellade o Gino Gullace o ancora il Pericle D’Oro”. Lo stesso Professore Crupi era stato premiato nel 1998 con il Premio Ellade “per aver impiegato con successo le sue energie e la sua intelligenza nella ricerca sulla letteratura calabrese, delineando nuovi orizzonti nella comprensione delle tradizioni culturali, regionali e italiane; per le sue qualità umane di perseveranza, coraggio e generosa dedizione che lo accompagnano nella professione di ricercatore e di intellettuale impegnato nella rinascita culturale della Calabria.”  Il maestro Savica ricorda con grande affetto la completa disponibilità di Pasquino Crupi che ogni anno presentava, nel corso della manifestazione, il libro dell’anno. La sua presentazione era sempre un racconto, una scoperta, una storia affascinante che incantava il pubblico creando un’armonia fra se stesso, l’affascinante libro e la piazza gremita. Pasquino Crupi, nato a Bova Marina (R.C.)  è uno dei maggiori intellettuali e studiosi della cultura meridionale e calabrese. Appassionato oratore e giornalista, vicino alla sinistra, è stato un’icona della cultura e letteratura calabrese, una delle colonne portanti della nostra realtà. Fu operatore del meridionalismo e “delle ideologie che in esso si incentrano”. Dalla penna pungente e in qualche modo rivoluzionaria è riuscito a varcare i paradigmi di una “letteratura accomodante e di un giornalismo da tastiera” come ricorda la sua redazione in un articolo a lui dedicato. E adesso, dopo quattro anni trascorsi dalla sua scomparsa, ancora una volta viene ricordato all’interno della manifestazione del Premio Pericle in cui la sua definizione di memento sarà nuovamente riportata a luce. Pasquino Crupi diceva infatti: “memento non significa solo ‘ricordare’, ma anche ‘assolvere il dovere’ impegnandoci in una difesa dialettica della Calabria da uomini e da giornalisti”.

E’ questo il senso del “Premio Pasquino Crupi per la Cultura”; consegna di un solo premio annuale, che il Circolo Ellade, pur nelle sue dimensioni operative limitate, con modestia, ma con dignità e impegno civile ha voluto istituire.

NOTA BIBLIOGRAFICA: Tra le numerose opere ha pubblicato: Letteratura ed emigrazione (1982); Processo a mezzo stampa (1982); Stragi di stato nel Mezzogiorno contadino (1985); Il giallo colore del sangue di Luino (1990); Un popolo in fuga (1991); L’anomalia selvaggia-Camorra, mafia, picciotteria, ‘ndrangheta nella letteratura calabrese del Novecento (1992); Benedetto Croce e gli studi di Letteratura calabrese (2003). Vale la pena di ricordare anche la monumentale Storia della letteratura calabrese (1993-1997) e La letteratura calabrese per la scuola media (2008-2009). Per Ilisso ha scritto la prefazione per il volume, appartenente alla collana Scrittori di Calabria, Città delle Corti (2006).

Cristina Caminiti