R. & P.

Mentre a Roma si discute, Sagunto viene distrutta. Questa è la frase che, se pure in forma iperbolica, descrive appieno il collasso in cui versa la “governance” dell’ASP numero 5 della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in tutti i suoi settori di prevenzione, diagnosi e cura.

Una assurda ed  insopportabile guerra di posizione cui attori principali, ( il commissario proconsole Massimo Scura ed il governatore Mario Oliverio, e per lui il centurione direttore generale Beniamino Brancati),  asserragliati nelle rispettive roccaforti e convinti ognuno delle proprie verità o delle proprie ragioni, non hanno fatto altro che portare all’unico epilogo: l’annientamento del diritto sacrosanto dei cittadini, o, in questo caso sarebbe opportuno dire della plebe, alla salute.

In tale contesto è quasi d’obbligo assimilare l’attuale situazione al conflitto siriano, nel quale, tra reciproche accuse e menzogne, non si contano più i morti sparsi tra le macerie fumanti delle città e si allungano sempre di più le colonne di profughi verso i paesi limitrofi.

Così è ridotto il nostro territorio e così agonizzano i presidi ospedalieri dell’azienda sanitaria della ex provincia di Reggio Calabria, mentre aumenta giornalmente l’elenco dei pazienti che, per patologie anche banali, emigrano, sempre più numerosi, verso altre regioni.

Non basta lo spazio di un comunicato per mettere a fuoco tutti gli aspetti che stanno alla base delle gravi carenze, inefficienze e criticità nella gestione della sanità del nostro territorio.

Gli allarmi e le continue denunce provenienti dai cittadini, dagli operatori sanitari, dalle parti sociali e da molti sindaci, sottolineano e confermano, in maniera incontrovertibile, lo stato di confusione in campo amministrativo e sanitario in cui si dimena la nostra azienda: un groviglio inestricabile che la D G Brancati cerca, con approssimazione e incomprensibile lentezza, di contrastare con rimedi che, quasi sempre, si rivelano insufficienti o inefficaci e, comunque, inidonei a riportare un minimo di ordine e di concretezza nella gestione dell’ASP.

Non si può più sopportare il peso di tale situazione che, negando ai pazienti del nostro territorio una minimaassistenza, alimenta la sfiducia ed incentiva, come dicevamo, la migrazione sanitaria verso altre regioni.

Quanto sopra é confermato, tra l’altro, da alcuni dati: questa ASP é ultima nel campo della prevenzione dei tumori ( colon-retto, mammella e utero) , gravemente carente nella rete specialistica territoriale , nella qualità e quantità delle prestazioni dei servizi sanitari e dell’assistenza nei presidi ospedalieri, nei quali, sparuti drappelli di medici ed infermieri, vengono spostati senza logiche comprensibili come pedine di una partita a scacchi, con l’unico intento di cercare di tamponare falle e riempire caselle, lasciandone ovviamente, vuote altre.

L’ ASP, come é noto, da anni non ha un bilancio certificato e, quindi, sono impossibili trasparenza e controlli in molti settori della spesa. A tale estremo caos, determinato tutto da molteplici fattori (incapacità ? arroganza? indolenza? dolo?), comunque tutti negativi e non sempre facilmente identificabili, si deve porre immediato rimedio con ogni mezzo che la politica ha nella propria  legittima disponibilità, ma che, fino ad ora, ha dimostrato di non essere in grado di mettere in atto.

Tutto ciò preoccupa grandemente questo Comitato di rappresentanza e ne richiama la responsabilità istituzionale.

Nella riunione di domani, a margine della Conferenza, appositamente indetta per le ore 10,30 a Reggio Calabria, saranno assunte tutte le decisioni collegiali in merito a quanto sopra.

Il presidente del Comitato
Giuseppe M. Grenci