Siamo solo all’inizio dell’estate e, imperando lo scirocco, “riaffiora” (è proprio il caso di dirlo) e si impone all’attenzione delle comunità, il fenomeno del “mare sporco”.  Sul tema, già più volte e da decenni denunciato, pubblicamente e nelle sedi più elevate delle Istituzioni (vedi lettera allegata, a mia firma, risalente a 14 anni fa),  l’Amministrazione comunale di Ardore, così come sta ottemperando, con notevoli sforzi, al dovere di mantenere gli impegni assunti con la cittadinanza in materia di difesa ambientale, ritiene, proprio in forza di ciò, di avere ancor di più il diritto/dovere di protestare energicamente presso gli Enti e le Istituzioni di cui innanzi, che, negli anni, non hanno saputo o voluto affrontare compiutamente, direttamente o attraverso i vari commissariamenti, un problema così vitale per la salute pubblica e per  l’economia del territorio.

L’assurdo ripresentarsi del fenomeno inquinante che, di questi tempi e da molti, troppi, anni, si verifica nel mare antistante le spiagge della Locride – e non solo- (quest’anno il fatto ha già raggiunto livelli preoccupanti e, perciò, potrebbe in appresso assumere aspetti ancora più allarmanti rispetto agli anni scorsi), pone degli indifferibili interrogativi che esigono altrettanto indifferibili risposte poiché, oltre ad assestare un ennesimo colpo alla già asfittica offerta turistica, il caso crea giustificabili timori nella cittadinanza, genera sconcerto tra i bagnanti ed i gestori di stabilimenti balneari o di attività connesse, e, non da ultimo, indignazione e sconforto in quelle Amministrazioni locali virtuose, i cui sforzi per la cura dell’ambiente, mare compreso, vengono vanificati  da comportamenti irresponsabili, gravemente omissivi o deliberatamente attuati, da parte di soggetti  o Enti per i quali dovrebbero essere presi, dopo i dovuti accertamenti, i provvedimenti che il caso richiede.

Non sta a noi identificare (sulla vicenda ci sono già indagini in corso) né sanzionare i responsabili di questo tipo di inquinamento, però, nella fattispecie, siccome sembra essere notorio che il fenomeno di cui parliamo, sia da ascrivere al malfunzionamento o alla inesistenza di impianti di depurazione di alcuni Comuni della nostra costa, riteniamo che si debbano porre in essere da parte degli Enti con potere sostitutivo, tutte le iniziative concrete per identificare e risolvere urgentemente  il problema: a  noi ed ai cittadini, giustamente adirati, non servono più spiegazioni ma soluzioni, soprattutto se sono note le cause.

Il sottoscritto, quindi, nel risollevare il problema, dichiara e sottolinea in premessa la assoluta estraneità del Comune di Ardore (che, come noto, attua una attenta gestione di una moderna ed efficiente piattaforma depurativa consortile)  nel determinismo dell’inquinamento marino, (come anche sancito dal Ministero della Salute di cui si rimanda al sito www.portaleacque. salute.gov.it); ritiene assolutamente prioritario che, da parte di tutti gli Enti ed Istituzioni che, a vario titolo, hanno competenze e responsabilità nella materia, vengano adottate tutte le misure utili e urgenti per arginare momentaneamente il problema e poi, in tempi brevissimi, risolverlo definitivamente.

Come dice il detto popolare “una noce nel sacco non fa rumore”,  l’azione, quindi deve essere corale; l’auspicio nostro è che tutti, amministrazioni e cittadini della Locride e della Calabria più in generale, abbiano uno scatto d’orgoglio e concentrino i loro sforzi di intelletto e di bilancio (come sta facendo Ardore, rinunciando a iniziative differibili o di maggiore effetto) in virtuose e improcrastinabili politiche ambientali, al fine, e nella speranza, di dare un futuro possibile a questa nostra terra.

Ci si riserva, infine, qualora il caso non venisse affrontato in tempi rapidi e nei modi adeguati e risolutivi,  di portare l’argomento in discussione al prossimo Consiglio Comunale ove proporre, in extrema ratio, una mozione di denuncia penale contro ignoti per grave inquinamento o disastro ambientale, a tutela degli interessi generali della nostra e delle altre comunità limitrofe.

Dott. Giuseppe M. Grenci

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