Sono Angelo Laganà, Bruno Benvenuti e Stefano Calisti, detto Stefanone.

Sabato 22 agosto 2020, Antonio Tempestilli, responsabile del settore giovanile della Reggina 1914, chiama tre dei suoi amici più fidati per invitarli a pranzo.
Ed è così che Angelo Laganà, Bruno Benvenuti e Stefano Calisti si radunano alle  13.30 allo stadio Granillo in attesa che arrivi Tonino, così come è chiamato dalle persone più fidate.
Tempestilli è a colloquio con il presidente Luca Gallo e, appena finita la riunione, arriva a bordo della sua potente autovettura, fa salire a bordo i tre amici e via per arrivare al ristorante.
“Conosco, Tonino Tempestilli – dice il giornalista Angelo Laganà – sin dall’estate del 1987 quando il forte difensore che aveva militato sei anni nel Como, è stato acquistato dall’A.S. Roma per la cifra di 2 miliardi di lire, somma considerata spropositata a quel tempo in cui ero già editore e direttore responsabile del primo magazine a colori stampato su carta patinata lucida: “Roma Mia”, pubblicato sin dal novembre del 1981”.

Sappiamo che già al tempo della presentazione eri andato all’Oreste Granillo per augurare il benvenuto all’ex giocatore, allenatore dei Giovanissimi Nazionali dell’A.S. Roma con i quali ha vinto il campionato nella stagione 1995-’96 e successivamente team-manager della squadra giallorossa.
“Si – ammette Angelo Laganà – in effetti, tutto risponde a verità ma dopo non sono più andato nella Città Metropolitana per impegni e, soprattutto, per evitare perdite di tempo ben immaginando la mole di lavoro che il neo-responsabile andava ad affrontare”
Su quali argomenti ti sei soffermato?
“Prima di sederci al tavolo, gli ho regalato due adesivi raffiguranti il logo del Lupetto dell’A.S.Roma, ormai introvabili in quanto venivano stampati negli anni’80.
Mi sono premurato di mandare uno anche al presidente Luca Gallo perché anche lui è tifoso della squadra giallorossa.
Entrati al ristorante, continua Laganà, ci sediamo ad uno stesso tavolo e ognuno di noi ordina la pietanza.
Mentre sto per mangiare un pezzetto di pesce spada, il mio cellulare squilla ed è mia figlia Francesca. Subito porgo il cellulare a Tonino che la saluta e poi parla anche con Bruno Benvenuti.
La maggior parte dei nostri argomenti si riferisce agli anni belli dell’A.S.Roma e, in particolar modo, ai periodi dei ritiri.
Quelli in cui eravate presenti giornalisti e fotografici con tutto lo staff della squadra giallorossa?
“ Si. Entrambi ricordiamo le città che ospitavano la squadra della capitale, Brunico tra tutte, in quanto era il luogo ideale per la preparazione pre-campionato con aria buona, clima ideale e tutte le altre sedi. Di regola, il tempo dei ritiri era di circa un mese.
In quelle sedi, oltre alla preparazione atletica, si svolgevano le prime gare amichevoli per studiare le varie fasi di gioco e per dare insegnamenti all’allenatore su l’impiego dei vari giocatori che aveva a disposizione”.
Insomma, una vera e propria rimpatriata come si faceva una volta con i commilitoni?
“In effetti è così – prosegue Angelo Laganà.
Bruno Benvenuti e Stefano Calisti ricordano i compagni di squadra da Giuseppe Giannini, detto “il Principe” e carissimo amico di Tonino a tutti gli altri che ne componevano la “rosa”.

La cosa che mi lascia stupefatto è che Antonio, invece di pensare a mangiare è “bombardato” da tantissime telefonate quasi a raffica come se il suo telefonino scoppiasse di salute quindi, non ha neanche il tempo di gustare la parmigiana e l’arancino.
Finito il pranzo, ci avviamo verso l’uscita e chiamo la prima signora che sta davanti al ristorante per scattare una foto che ci vede insieme. Mentre ci avviamo verso la macchina,
il mio cellulare risquilla e mi contatta il giornalista Gaetano Imparato della “Gazzetta dello Sport”.
E io che faccio? Gli passo Tonino e parlano 5’.

Come per dire che l’impegno che ha assunto, in qualità di responsabile del settore giovanile,
è molto gravoso e non gli dà tregua, prova ne sia che siamo seduti ancora al tavolo e Giovanni Latella, assessore allo Sport della Città Metropolitana è pronto per incontrare Tonino Tempestilli davanti all’entrata 4-5 del Granillo.
Lo stesso Latella, accompagna il responsabile del terreno di gioco, Carmelo Stillitano per fare un sopralluogo in quanto avrebbe dovuto dar corso alle operazioni del rinnovo del manto erboso nei giorni seguenti pur non essendo in cattive condizioni”.
Quindi una pausa-pranzo per consumare un fugace pasto ma sempre con la testa impegnata perchè tutto possa scorrere veloce o vada avanti senza lasciare nulla al caso?
“Proprio così – asserisce Angelo Laganà – perché Tonino, quando era giocatore, lo sanno tutti, i suoi compagni l’avevano soprannominato: “Er cicoria” perché si trovava in ogni parte del campo come se, a giocare le partite, ci sarebbe dovuto essere solo lui”.

“Arrivederci amici, mi chiamano dal Sant’Agata, tuona il vulcanico Tonino Tempestilli!
Novanta minuti di fuoco con spostamenti, andare al ristorante, chiamate, appuntamenti
ed impegni che non c’è neanche il tempo di dire amen….
Ed è così che finisce il tempo a disposizione per Tonino, detto “Er cicoria” e per i suoi tre amici fidati ai quali non resta che ritornare alla propria abitazione, leggi Angelo Laganà o all’albergo per le ferie programmate a suo tempo, leggi Bruno Benvenuti e Stefano Calisti, detto Stefanone.
La Redazione

Didascalie:

n. 1 Da sinistra: Stefano Calisti, Bruno Benvenuti, Angelo Laganà e Antonio Tempestilli;
n. 2 Antonio Tempestilli ripreso mentre parla al telefono;
n. 3 Un’espressione sorridente di Antonio Tempestilli;
n. 4 Antonio Tempestilli risponde al telefono anche quando è seduto al ristorante;
n. 5 Stadio Oreste Granillo: Antonio, Stefano e Bruno;
n. 6 Antonio Tempestilli con Giovanni Latella, assessore allo Sport della Città Metropolitana;
n. 7 Angelo Laganà in mezzo a Antonio Tempestilli e Giovanni Latella;
n. 8 Antonio Tempestilli con Carmelo Stillitano, responsabile del manto erboso del Granillo e Giovanni Latella.