ANCE, FENEAL UIL e FILCA CISL di Reggio Calabria denunciano congiuntamente la gravità della situazione socio-occupazionale del nostro territorio. Per un verso, continuiamo a registrare una crisi economica che sembra non avere fine e che, in questa provincia, colpisce in maniera acuta il settore dell’edilizia, già punto di forza e motore dell’intera industria calabrese. Per l’altro, assistiamo attoniti e impotenti all’aggressione criminale che, a tutti i livelli, sta toccando cittadini, imprenditori, operatori economici e amministratori pubblici. Tale condizione genera uno stato di vera e propria emergenza che, fino a questo momento, è stata del tutto sottovalutata.

Per questo, oggi più che mai, le associazioni dei lavoratori e degli imprenditori sono unite nella battaglia contro due nemici che appaiono soverchianti: la criminalità organizzata e la mancanza di lavoro. Con l’aggravante che la crisi economica alimenta le forme mafiose, che si nutrono del malessere sociale, dell’impossibilità di mantenere le famiglie dei lavoratori, del rischio del fallimento d’impresa e della mancanza di condizioni per un futuro dignitoso dei figli.

In questa situazione, ANCE, FENEAL UIL e FILCA CISL di Reggio Calabria intendono promuovere una battaglia comune per la legalità, il lavoro e lo sviluppo nel rispetto delle vocazioni del territorio. Una battaglia che deve vedere lo Stato al fianco della parte sana del tessuto produttivo: ovvero la stragrande maggioranza dei lavoratori e degli imprenditori, che ripudiano la mafia ma, al contempo, sollecitano un intervento non solo repressivo delle istituzioni pubbliche.

Oggi richiediamo con forza un impegno dello Stato per affrontare la questione della sicurezza dei cantieri. Come se non bastasse la pesantissima congiuntura economica, che in 8 anni ha letteralmente dimezzato imprese e addetti del settore, adesso la criminalità sta saccheggiando i pochi cantieri attivi, con furti, danneggiamenti e atti intimidatori contro imprenditori onesti e rappresentanti delle categorie produttive.

La stessa sorte sempre più spesso tocca ad amministratori ed esponenti del mondo istituzionale, costretti a subire avvertimenti mafiosi volti a condizionare l’agire pubblico e comprimere gli spazi di libertà.

Dinanzi a tutto questo, noi lavoratori e imprenditori, assieme, chiediamo un’azione risoluta del Governo nazionale, che deve aumentare la disponibilità di uomini e mezzi a favore della Magistratura e delle forze dell’ordine. Chiariamo subito però che lo scopo non può e non deve essere creare uno Stato di polizia, bensì liberare la società dal giogo mafioso che incombe su di noi e impedisce il libero esercizio del diritto costituzionale all’iniziativa economica privata, che si ripercuote sul destino di migliaia di lavoratori.

Inoltre, siamo fermamente convinti che questo, da solo, non basti. Anzi, riteniamo necessario ripensare e ammodernare alcuni strumenti, come le informative interdittive, rendendoli più efficaci e attribuendo ad essi natura giurisdizionale, come recentemente suggerito dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.

La Città metropolitana di Reggio e l’intera Calabria non hanno bisogno di essere etichettate come realtà mafiose e che non possono redimersi. Viceversa, hanno bisogno di cantieri riaperti, di incompiute che ripartono, di opere pubbliche moderne e infrastrutture efficienti, di lavoro onesto e occupazione dignitosa.

Consapevoli delle responsabilità e degli errori da cui non siamo stati esenti in passato, chiediamo tutto questo perché siamo convinti che il lavoro sia l’unico antidoto alla ‘ndrangheta, come ha recentemente ricordato, nella sua visita in Calabria, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Ci appelliamo proprio al Capo dello Stato auspicando un suo straordinario e autorevole intervento a favore della nostra terra, per salvarla dalla deriva del sottosviluppo permanente e della desertificazione industriale indicata chiaramente dal rapporto Svimez.

ANCE, FENEAL UIL e FILCA CISL di Reggio Calabria intendono attivare una campagna informativa unitaria, per sensibilizzare i massimi vertici dello Stato affinché aiutino questo territorio a risollevarsi. Non vogliamo nuove forme di assistenzialismo ma una Nazione che si faccia carico dei suoi doveri di solidarietà nei confronti di tutti i suoi figli. Siamo pronti a rimboccarci le maniche e lavorare: non vogliamo altro.

Questo è un nostro diritto e un nostro dovere. E lo rivendichiamo con determinazione.

download