«PresaDiretta, attraverso il lavoro realizzato da Riccardo Iacona e dai colleghi Marco Dellamonica e Massimiliano Torchia, contrariamente a quanto scritto dai penalisti calabresi – scrive l’Unci Calabria – ha, invece, avuto il merito di spezzare l’assordante silenzio dell’informazione nazionale su una delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana, ovvero il maxiprocesso “Rinascita Scott” la cui narrazione, anche a causa delle contestabili e contestate limitazioni imposte dal Tribunale di Vibo Valentia alle riprese audivisive del dibattimento, è stata sin qui rassegnata al lavoro solitario ed encomiabile di pochissimi cronisti e testate calabresi».
I cronisti calabresi sottolineano che «la redazione di PresaDiretta ha reso, invece, un servizio al Paese, offrendo una eccezionale pagina di buon giornalismo, raccontando i fatti alla base dell’inchiesta la cui tenuta è adesso al vaglio di collegio di giudici che valuterà nel nome del Popolo italiano la colpevolezza e l’innocenza degli imputati. Nessun processo mediatico, dunque, nessuna sentenza anticipata, ma un’informazione corretta, completa, essenziale e puntuale. Restiamo esterrefatti, peraltro, di fronte a certe affermazioni».
«Frasi sottoscritte dai penalisti come “assistiamo, oramai assuefatti, all’abuso costante del diritto-dovere di informare da parte dei media, i quali, pur di perseguire l’audience e il successo editoriale, prestano il fianco alle logiche di un potere illimitato nelle mani di un tiranno che tratta i propri cittadini come sudditi” – incalza l’Unci Calabria – sono gravissime. I giornalisti italiani e calabresi, sottoposti essi stessi ad estenuanti procedimenti penali e cause temerarie milionarie, abusano davvero del diritto-dovere d’informare?
Oppure chi abusa sono, invece, coloro che ricorrono strumentalmente proprio dal diritto con lo scopo di intimidire e fermare i giornalisti stessi? E chi sarebbe il tiranno? Il procuratore Nicola Gratteri, forse? O la tirannide, invece, è quella dei mafiosi che, essi sì, trattano i cittadini come sudditi o, peggio, come schiavi e che costringono molti nostri colleghi a vivere sotto scorta o sottoposti a servizi di vigilanza dinamica dalle Prefetture?».
Dal Gruppo Cronisti Calabria, dunque, «solidarietà piena e convinta non solo a PresaDiretta, a Riccardo Iacona e ad i suoi inviati, ma anche a tutti coloro che, resistendo ad ogni forma di pressione, continuano a produrre un’informazione seria, coraggiosa e competente, rispettosa dei diritti costituzionali tutti». (giornalistitalia.it)