L’aula magna del Liceo Scienze Umane e Linguistico “Giuseppe Mazzini” di Locri, ha ospitato l’incontro dal titolo “L’informazione in Calabria, terra di frontiera”. L’iniziativa, promossa dall’istituto scolastico nell’ambito del progetto “Il cammino della legalità: creatività, socializzazione e impegno contro le mafie”, è stata aperta dai saluti del dirigente dell’istituto scolastico, Francesco Sacco e dall’intervento del giovane tenente Domenico Testa, comandante del nucleo operativo radiomobile del gruppo dei carabinieri di Locri.

“Sono contento del livello di coinvolgimento degli studenti che anche in questa occasione hanno l’opportunità di ascoltare una testimonianza che li arricchisce e accresce il loro bagaglio culturale”, ha sottolineato il dirigente Sacco. “Queste sono occasioni preziose in cui ribadire – ha evidenziato il tenente Domenico Testa – quanto sia necessario avere cura della propria comunità per assicurare un futuro a questa terra”.

“Da tempo ormai – ha spiegato il direttore Pollichieni – quando parlo con i giovani ho la chiara consapevolezza di essere alla ricerca di risposte, più che portatore di domande, perché so bene che la nostra generazione ha molti conti ancora aperti con la vostra. Viviamo in una Calabria in cui la meritocrazia è soffocata, in cui il 7% del Pil è sottratto dalla mafia alla crescita del territorio, in cui il la maggior parte delle ipotesi di competitività sono compromesse dal malaffare. Dalla Calabria circa trecentomila giovani sono già emigrati per cercare altrove opportunità qui negate. L’esempio di Locri è emblematico, visto che nei decenni scorsi ha assistito ad una storia scandita da omicidi e violenze che ne ha compromesso la possibilità di sviluppo, il tutto nell’indifferenza generale. In un simile contesto il ruolo di una buona informazione è cruciale, a patto che sia imparziale e libera. Una buona informazione contribuisce anche al corretto operato di chi amministra a e stimolare maggiore consapevolezza in chi sceglie gli amministratori. Solo così si innesca un circuito virtuoso in grado di rendere tutti partecipi e corresponsabili di quel percorso di bonifica che non può essere delegato solo alle forze dell’ordine e alla magistratura. Fin quando non sarà chiaro, ed in questo anche l’informazione ha la sua responsabilità – ha sottolineato Pollichieni – che la mafia non è solo un fenomeno criminale ma anche sociale, fin quando qualcuno penserà ancora che la cosa non lo riguardi, la sfida aperta contro questo male non potrà essere vinta”.

Gli studenti con le loro domande hanno poi scandito la parte conclusiva dell’incontro. “Ho avuto i miei momenti di paura – ha raccontato Pollichieni – come quando mi è stata fatta saltare l’auto con una radio bomba, ma credo ancora, come l’ho creduto allora, che l’informazione corretta sia la migliore alleata della lotta alle mafie che invece costruiscono la loro forza e il loro consenso sull’omertà, sulla paura e sulle connivenze. Chi nega dei fatti – ha evidenziato il direttore Pollichieni – chi non li racconta, alimentando confusione e oblio piuttosto che verità e memoria, in realtà ruba alla comunità autonomia e libertà. Sono profondamente convinto che raccontare anche le brutture della nostra terra, significhi esserne autenticamente innamorato; credo fermamente che riportare fatti tutt’altro che edificanti equivalga a far conoscere il contesto vero in cui viviamo. Solo così possiamo curare il male da cui siano afflitti e realizzare un riscatto concreto. La mia generazione – ha concluso Pollichieni – non è riuscita a lasciare un mondo migliore di quello che ha trovato, ma spero che una pagina di storia diversa siate capaci di scriverla voi”.

I saluti finali sono stati affidati alla professoressa Girolama Polifroni che ha confermato l’impegno per l’istituzione di una giornata della legalità per l’intera Locride.

a.f./Labecom

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