La Calabria più umile e antica, quella dei braccianti, denuncia il silenzio di quanti la stanno lasciando morire.

Gli agricoltori sono da generazioni il fulcro di una regione che ancora oggi trae molti dei suoi proventi dalla terra, eppure si ritengono una voce strozzata dalla continua indifferenza della classe politica e dagli enti sociali che li gestiscono.

Il malcontento nasce dal Comitato Lavoratori delle Campagne che, alla vigilia della nuova stagione agrumaria, fa appello al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, il quale possiede la delega all’Agricoltura, al fine di rivendicare i propri diritti da troppo tempi messi in ginocchio.

L’associazione Sole di Calabria denuncia le vessazioni e le umiliazioni subite associandosi così per difendere i diritti degli agricoltori ormai disperati che trovano la causa del disastro nel mondo politico, nell’incuranza dei sindaci locali e dell’amministrazione provinciale,la quale non ha mai dato delle risposte concrete nonostante i continui solleciti, ma piuttosto ha mandato al macero le necessità primarie e i diritti essenziali dei lavoratori.

Altra problematica sono le Organizzazioni di Produttori (Op) che secondo tale associazione, controllano tutte le fasi della filiera produttiva rendendo i costi troppo alti da sostenere e costringendo le piccole aziende della Piana di Gioia Tauro a consorziarsi all’interno delle stesse per poter accedere ai contributi europei.

Un circolo vizioso che molti non riescono più a sostenere e per tal motivo si ritrovano a dover svendere i propri fondi,acquistati successivamente a prezzi stracciati dalle stesse organizzazioni o da privati, sminuendo i sacrifici portati avanti per anni e per generazioni.

Un appello disperato  mosso alla luce di una stagione importante, alla ricerca di risposte e  considerazione, perché abbandonare l’agricoltura sarebbe come abbandonare le proprie origini rinnegando le problematiche di un territorio che sta lentamente morendo.

SARA FAZZARI

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