La prima impressione che ho avuto, quando ho potuto dare una rapida, non approfondita lettura al libro “Gli antichi mestieri” che l’amico, il Prof. Bruno Palamara, mi aveva recapitato qualche giorno prima, è stata quella di trovarmi di fronte ad una specie di antologia alla Spoon River, di personaggi cioè che si ergono dalla tomba dove sono sepolti – in questo caso individui che esercitavano antichi mestieri – ed appaiono, luminosi, nitidi, vivi; ricchi di valori, di umanità.

A differenza, salvo rare eccezioni, di tante abuliche, anonime figure di persone vive ma già morte da tempo, senza arte né parte, senza più sogni, che abitano il luogo, il paese posto oltre il muro di cinta del camposanto dei ricordi rievocato dall’Autore.
Lo sguardo del Prof. Palamara è rivolto al passato non solo per quanto riguarda i suoi interessi culturali di storico, ma anche per quanto riguarda la sua stessa persona. Lo spazio del ricordo, dell’anima, condiviso con i personaggi, infatti, è il suo.
Il libro comprende trentadue storie di antichi mestieri, oggi quasi del tutto tutti scomparsi, che venivano svolti da piccoli, grandi eroi del vivere quotidiano.
Il Prof. Palamara in questo libro ricalca lo stesso canone, la stessa struttura letteraria tipica dell’antologia greca, riadattandola al suo scopo: descrivere un macrocosmo, ritraendone poi un microcosmo: e lo fa con grande maestria.
La poesia, ma anche la narrativa, secondo me, come diceva Italo Calvino, è l’arte di versare il mare in un bicchiere ed il Prof. Palamara, sapientemente, mesce la storia dei millenari mestieri (il macrocosmo) con i personaggi del paese (il microcosmo) che ne esercitavano uno – di solito tramandato da padre in figlio – che contraddistingueva loro.
La gente normale, di solito, non desta grande interesse, non è considerata degna di assurgere agli onori degli altari, ma in questo libro invece è il cardine, il fondamento, l’asse portante. È quella gente che nella sua semplicità, oltre al lavoro che quotidianamente svolgeva, ne svolgeva un altro molto più impegnativo: il difficile mestiere del vivere!
10 Agosto 2003

Giovanni Favasuli

Foto pagina fb surinu d’africu