Ci sono giorni in cui le parole sembrano troppo leggere per reggere il peso del dolore. Oggi è uno di quei giorni, perché Maurizio non c’è più. Lo abbiamo visto lottare con coraggio, abbiamo sperato con lui fino all’ultimo, convinti che il suo sorriso avrebbe vinto anche questa battaglia. Per questo la sua assenza ci appare ancora più dura da accettare.

Maurizio aveva due famiglie. La prima, quella di sangue: le sorelle, il fratello, i loro cari. A loro va il nostro abbraccio più sincero. La seconda era la nostra, quella di Telemia. Qui Mauri non era solo un tecnico o un cameraman: era parte viva della nostra storia. Amava dire con orgoglio: «Telemia sono io». Non era vanità, ma amore profondo per il suo lavoro, per quegli strumenti che trattava come fossero prolungamenti della sua stessa vita.

La sua presenza era un equilibrio raro: ironia e serietà, discussioni accese e complicità ritrovata. Con lui era possibile scontrarsi come in una famiglia, ma bastava poco per tornare a sorridere insieme. Per questo oggi ci sentiamo anche in dovere di chiedergli scusa, per quando la frenesia del lavoro ci ha fatto dimenticare la delicatezza che lui non smetteva di insegnarci.

Maurizio era guida silenziosa per i più giovani, esempio di passione e dedizione. Nei loro sguardi smarriti di questi giorni leggiamo quanto profonda sia la traccia che ha lasciato. E per tutti noi resterà sempre “Mauri”, così come lo chiamavamo nelle lunghe giornate in redazione, nelle notti di lavoro, nelle dirette infinite che ci hanno reso una famiglia.

La vita ci insegna che non si è “primi” solo stando davanti a una telecamera. A volte, chi sta dietro, chi lavora nell’ombra, è ancora più grande. Maurizio lo è stato. Con passione, con amore, con la gelosia di chi custodisce un mestiere come un bene prezioso.

Oggi Telemia perde un compagno di viaggio, un fratello, un pezzo della sua anima. Ma ci lascia anche una grande eredità: l’esempio di chi ha creduto fino in fondo al valore del proprio lavoro e all’amore per una famiglia che non era solo di sangue, ma di cuore.

Mauri ci mancherà ogni giorno: in una sala regia improvvisamente silenziosa, in una battuta lanciata per stemperare la tensione, nello sguardo attento quando si accendevano le luci. Eppure sappiamo che continuerà a camminare accanto a noi. Perché le persone come lui non se ne vanno davvero: restano nei ricordi, nei sorrisi donati, nelle tracce indelebili lasciate nell’anima di chi ha avuto la fortuna di condividere un pezzo di strada insieme a loro.

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