È stata fissata per il 3 giugno l’udienza davanti al Tribunale civile per discutere la decadenza dalla carica di sindaco di Riace di Domenico “Mimmo” Lucano. Il procedimento nasce dal ricorso per azione popolare promosso dalla Prefettura di Reggio Calabria, dopo la condanna definitiva a 18 mesi inflitta a Lucano per falso ideologico nell’ambito del processo “Xenia”.
Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Riace aveva respinto a maggioranza la proposta di decadenza, non accogliendo il provvedimento prefettizio emesso a metà marzo. Tuttavia, secondo il Ministero dell’Interno, la condanna – sebbene con pena sospesa – rientrerebbe nei casi previsti dalla legge Severino, che prevede la decadenza in caso di condanne per determinati reati, rendendo Lucano ineleggibile.
«La nostra è una procedura ordinaria, avviata in base a una valutazione giuridica condivisa con il Viminale», ha dichiarato la prefetta di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, all’Adnkronos. «Il Consiglio comunale ha scelto di non disporre la decadenza, quindi come da prassi si procede con l’azione popolare. Non si tratta di uno scontro, ma di una normale dialettica istituzionale. È già accaduto in altri Comuni della provincia».
Intanto, Lucano – presente nei giorni scorsi a un sit-in organizzato dal comitato “15 Aprile” a San Luca – ha commentato con ironia: «Fino al 3 giugno sono ancora sindaco».
telemia