COMUNICATO STAMPA

3 OTTOBRE  2025

RICORDATO A GERACE IL 178mo ANNIVERSARIO  DELLA FUCILIAZIONE DEI 5 MARTIRI, GIOVANI INTELLETTUALI  PRECURSORI DELL’UNITA’ D’ITALIA E DEL RISORGIMENTO OPPOSTISI AL GOVERNO BORBONICO

Gerace- La Città di Gerace ha ricordato ieri il 178° anniversario della fucilazione di cinque giovani intellettuali della Locride oppostisi al governo borbonico. Lottavano per la libertà, l’uguaglianza, la giustizia sociale e chiedevano la Costituzione. Era il pomeriggio del 2 ottobre 1847 quando cinque giovani, nativi di altrettanti Comuni della Locride, precursori dell’Unità d’Italia, vennero trucidati dai colpi esplosi da 40 moschetti borbonici nella ormai storica pineta di località ”Largo Piana”. Una pagina di storia che molti ritengono ancora ignorata o, comunque, stranamente raccontata, a volte anche in maniera molto discutibile. Si deve all’impegno di alcuni storici e di sodalizi culturali se, a distanza di circa due secoli,  anche i giovanissimi della cosidetta generazione “zeta” possono oggi avere la giusta conoscenza di quanto accaduto nel 1847. “Ripetano i secoli che qui vennero fucilati il 2 ottobre 1847 Bello Michele da Siderno, Mazzone Pietro da Roccella Jonica, Ruffo Gaetano da Bovalino, Salvadori Domenico da Bianconovo, Verduci Rocco da Caraffa, precursori di libertà”, si legge sulla lapide posta sul monumento di “Largo Piana” dove si sono dati appuntamento autorità comunali, scolastiche, docenti ed una delegazione di alunni dell’Istituto Comprensivo intitolato proprio ai “Cinque Martiri di Gerace”. Una manifestazione organizzata- come succede ormai da anni- dal Comune e dallo stesso Istituto Comprensivo. Presenti i sindaci di Gerace, Rudi Lizzi ( con lui anche l’assessora alla Cultura, Marisa Larosa, il Capogruppo di Maggioranza, Giuseppe Varacalli, il consigliere Piero Filippone), di Canolo (Francesco Larosa) e di Antonimina (Giuseppe Murdaca) con rispettive delegazioni di amministratori; il dirigente scolastico Francesco Sacco e la sua vice, Deborah Lizzi, cittadini geracesi e non e, ovviamente, una rappresentanza di alunni.

Sulle note dell’Inno degli Italiani cantato dal coro del Comprensivo un corteo ha raggiunto il monumento ai Cinque Martiri. Qui il primo cittadino geracese ha deposto una corona d’alloro. Dopo le note del “Silenzio” eseguito dal M° Cosimo Ascioti, docente di musica, gli interventi dell’assessora alla cultura Marisa Larosa, del sindaco Lizzi, dei primi cittadini di Cànolo e di Antonimina, del dirigente Sacco e dello stesso M° Ascioti. Il prof. Vincenzo Cataldo, storico e docente universitario, autore di numerose pubblicazioni, ha spiegato agli studenti fatti ed antefatti di quel 2 ottobre 1847.  I Cinque, forti esempi di fedeltà ai propri ideali, di amicizia, di lealtà, di desiderio di pace e di libertà, pagati con la vita. Una Commissione militare borbonica, presieduta dal colonnello Rossaroll e avallata dal generale Ferdinando Nunziante, alter ego di re Ferdinando II di Borbone, giudicò i giovani precursori del Risorgimento, ed emise un verdetto spietato: pena di morte con terzo grado di pubblico esempio; cioè i condannati dovevano essere scalzi, genuflessi e bendati, mani legate e ceppi ai piedi. I cinque intellettuali della Locride, tra i 22 ed i 28 anni, furono fucilati a conclusione di un processo sommario un mese dopo i moti insurrezionali scoppiati prima a Reggio e Messina e poi a Bianco, nel Distretto di Gerace (attuale Locride). Il principale capo d’accusa loro contestato fu quello di avere fatto sventolare il Tricolore. Prima della conclusione della cerimonia lo storico Cataldo ed il sindaco Lizzi hanno annunciato che è in cantiere  un progetto culturale grazie al quale potrà essere conosciuta, in tutta la Nazione, un evento storico che generò i Moti del 1848.