Secondo l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Antonio De Bernardo, Domenico Antonio Nesci, Raffaele Primerano, Natalino Monteleone e Maria Giovanna Nesci apparterrebbero al locale ‘ndraghetistico di Fabrizia, collegato con la cosiddetta “Società di Singen” in Germania. Questa l’imputazione con la quale, innanzi al Tribunale di Locri presieduto dal Giudice Fulvio Accurso, si è celebrata la penultima udienza di uno dei processi di ‘ndragheta più importanti degli ultimi anni. Trentotto gli anni di reclusione chiesti per i 4 imputati: 10 per Domenico Antonio Nesci e Raffaele Primerano e 9 per Natalino Monteleone e Maria Giovanna Nesci. I legali dopo una lunga arringa hanno chiesto l’assoluzione con formula ampia in quanto non sarebbe dimostrata alcuna appartenenza dei loro assistiti ai locali ‘ndranghetistici di Fabrizia e Germania. Il Tribunale di Locri ha quindi rinviato a domani le repliche e la decisione. Il processo è scaturito dall’operazione, denominata “Rheinbrucke” rutenuta una prosecuzione dell’operazione denominata “Helvetia” sulla presenza di alcuni esponenti della ‘ndrangheta in Svizzera. Queste indagini, si sono sviluppate anche utilizzando il materiale probatorio delle indagini “CRIMINE”, “SANTA” e “CAPODUE”, queste ultime due svolte rispettivamente in Germania e Svizzera e acquisite con rogatorie internazionali dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

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