LOCRI – «C’è bisogno di un locale da adibire a deposito delle vivande che la Caritas destina ai bisognosi, magari nelle vicinanze della sede. Siamo disposti a pagare un piccolo affitto e vorremmo che s’iniziasse presto, perché ci sono molti volontari disposti a collaborare».

Don Fabrizio Cotardo ha lanciato questo appello nel corso della messa di stamattina nella Cattedrale di Santa Maria del Mastro in Locri, celebrata nel giorno del dodicesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, insieme a don Massimo Nesci, parroco della chiesa di San Nicola di Bari in Marina di Gioiosa Ionica, che crebbe a Locri, frequentando la Cattedrale.

In attesa di riscontro all’appello lanciato dal parroco di origine pugliese nel corso di un’affollata funzione religiosa, che ha segnato il gemellaggio tra le due parrocchie con in testa, come sempre il gruppo Scout, non è passato inosservato l’intervento del vescovo Oliva, che dopo aver premesso di non riferirsi ai due parroci presenti, si è lungamente soffermato sull’esigenza di un avvicendamento ciclico dei parroci all’interno della diocesi di appartenenza «Perché – ha spiegato il presule – la chiesa è di tutti e non si può “personalizzarla” o pensare di farla attaccare da processi sclerotizzanti in nome del “si è sempre fatto così”. Dopo tanti anni di rapporto tra un parroco e la comunità parrocchiale è giusto cambiare e il cambiamento non va inteso né in un’ottica di “progressione di carriera” e né tantomeno in un’ottica punitiva: servire Dio è una missione e la si deve compiere con lo stesso spirito ovunque. Ecco perché – ha concluso il vescovo – mi dispiace che ogni tanto si verifica che qualche comunità o, peggio, qualche parroco, vada ad alimentare chiacchiere e polemiche inutili, che fanno male solo alla chiesa».

Un messaggio un po’ sibillino quello del vescovo, lanciato a chi ha orecchie per intendere.

Intanto, domenica prossima, nella con-cattedrale di Gerace si celebrerà l’ordinazione diaconale del giovane Antonio Peduto. Un momento di festa e di buon auspicio per l’intera diocesi.

Gianluca Albanese- lentelocale.it