È emergenza in Calabria, dopo l’arrivo, attraverso le navi africane che sbarcano nel Porto di Gioia Tauro, di un insetto dannoso per le api e di conseguenza per l’intera produzione di miele. Il nome della specie è “Aethina Tumida”, si tratta di un minuscolo scarabeo che si insinua all’interno degli alveari dove si riproduce cibandosi del miele che fa poi fermentare, rendendolo inutilizzabile.
La questione, fanno sapere gli esperti è molto complessa, non solo per le produzioni calabresi ma per l’intero ecosistema: infatti le api sono fondamentali per tutto il ciclo naturale. Comunque sia non si tratta dei primi casi in cui si sono manifestati questi insetti pericolosi, infatti l’allarme era già stato lanciato nel 2014 quando in Calabria vennero bruciati moltissimi alveari. Da Agosto proprio a causa di questo problema sono stati stabiliti degli indennizzi per i produttori, che, ovviamente, stanno risultando insufficienti.
Avvistato di nuovo a Settembre scorso a Gioia Tauro, l’insetto si è diffuso un pò ovunque nella regione perché in grado di volare seguendo l’odore degli alveari anche per venti chilometri. Tutto questo sta compromettendo una delle eccellenze calabresi come la produzione di miele, l’Unione Europea ha messo in allerta la Regione che ha dovuto prendere misure di contenimento, ma lo scarabeo continua a riprodursi e sta raggiungendo anche la Sicilia, nel 2015 sono state oltre 29 le Aziende infestate. I numeri sono davvero alti si parla di 160 milioni di api uccise, un dramma per l’intero ecosistema. Le soluzioni al momento sono poche, quella di bruciare ogni produzione non è un’idea buona, come neppure quella di usare agenti chimici che comprometterebbero la salute di piante e animali, certo è che lo stesso problema negli Stati Uniti e nel Canada c’è stato oltre 15 anni fa e sembra sia stato risolto con rimedi naturali che in Italia non vengono presi neppure in considerazione perché ritenuti “poco efficaci”.
Carlotta Tomaselli
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